domenica 5 febbraio 2012

MARCO TRAVAGLIO:"
...Monti ha detto che “l’articolo 18, per come viene applicato, sconsiglia l’investimento di capitali stranieri e italiani”.
Ohibò: si pensava che non si investisse in Italia a causa delle mafie, della corruzione, degli appalti truccati, del falso in bilancio legalizzato, dei tempi biblici dei processi, dell’alto costo del lavoro.
Invece, in un paese pieno di licenziati, per Monti licenziare è ancora troppo difficile: bisogna poterlo fare anche senza giusta causa. "



Teresa Ramundo:
Indubbiamente la nevicata di questi giorni è stato un evento eccezionale.......ma la domanda che sorge spontanea (direbbe Lubrano) è: Come è possibile che un Paese civile come l'Italia non sia
in grado di fronteggiare una "calamità" come questa ampiamente prevista?
Che senso ha, ormai, fare lo scarico delle responsabilità? 
Non trovo affatto giusto, poi, che si arrivi ad accusare la Protezione Civile di essere dei "passacarte" (Alemanno). 

Signori amministratori, facciamola finita con le polemiche, cercate di rendere vivibile - per quanto ci riguarda - la nostra cittadina.  Sono questi i momenti in cui l'appartenenza ad una maggioranza o una minoranza non ha senso di esistere.

 TUTTI VOI  DOVETE IMPEGNARVI A RISTABILIRE UNA SITUAZIONE DI VIVIBILITA'! 

NESSUNO E' PIU' BRAVO O MIGLIORE DI UN ALTRO AMMINISTRATORE, PIUTTOSTO 

OCCORRE IMPARARE DA QUESTA ESPERIENZA. IN CHE MODO? ATTREZZANDOSI, 

TROVANDO NEL BILANCIO UNA VOCE CHE CONSENTA ALLA NOSTRA COMUNITA' 

L'ACQUISTO DI MEZZI CHE CI AIUTINO A FRONTEGGIARE QUESTE  AVVERSITA' 

ATMOSFERICHE,  ALLE QUALI DATO IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, DOBBIAMO 

ABITUARCI!!!!

 Sono convinta che questo disagio non verrà dimenticato dagli elettori alle prossime elezioni......

mercoledì 31 agosto 2011

Monti, conservatore sei tu

Monti, conservatore sei tu
Pubblicato Domenica, 05 Febbraio 2012 13:38

Lidia Menapace
Vorrei intervenire sul conservatorismo che Sacconi, Marchionne e Monti
deprecano, per battersi -come dicono- per la novità, la modernità, il cambiamento.
Anche il fascismo -ricordiamolo- chiamò rivoluzione una restaurazione e reazione delle più feroci accompagnata però da momenti di "modernizzazione". Credo infatti che il cavallo di Troia per fare un'operazione reazionaria sia proprio la modernità.
Sacconi a
ccusava di conservatorismo i sindacati agenti del conflitto sociale, e chiamava la sua proposta di arbitrato obbligatorio una modernizzazione: in verità l'arbitrato obbligatorio è una nota caratteristica dell'ordinamento corporativo, non sindacale, del conflitto sociale e la forma di gestione corporativa di esso ha un nome storicamente determinato: Feudalesimo, quando dalla schiavitù si passa alla semilibertà della servitù della gleba. Non so se mai qualcuno abbia rimproverato i servi della gleba di essere conservatori, se non volevano diventare Lanzichenecchi (la mobilità in uscita, allora "moderna").


Ai e alle giovani disoccupati/e, che stanno diventando inoccupati/e e tra un po' inoccupabili, si presents come ricetta risolutiva e "moderna" la formazione professionale. Tutti gli indicatori sociologici dicono che è difficile trovare lavoro, ma che comunque chi non ha una laurea ha maggiori difficoltà e dunque la formazione professionale deve essere studiata come formazione permanente post fine degli studi, essendo noto che chi ha studiato di più ha anche acquisita una maggiore flessibilità mentale e una maggiore abitudine ad imparare. Proporre oggi come "riforma" il ritorno alla separazione tra chi studia e chi si addestra al lavoro è reazionario. Invece è giusto portare anche tutti gli istituti professionali al diritto di accesso all'università, essendo essi il canale conoscitivo più vicino alla comprensione del lavoro come conoscenza; e puntare invece su una formazione professionale precoce e separata significa proprio voler costruire un nuovo proletariato "moderno", cioè meno capace di conflitto e meno dotato di capacità e nozioni per gestirlo. Se a tutto ciò si accompagna una permanente maggiore difficoltà delle donne nel mercato del lavoro, il disegno è chiaro: tagliare le "pretese" di tutti e tutte, predisponendo un rinvio delle donne a domicilio come "servizio sociale onnicomprensivo gratuito", detto impropriamente "lavoro di cura", ovviamente non pagato.
Tutte le proposte che ho citato vengono gabellate come proposte "per uscire dalla crisi", che -si dice ormai di frequente- è strutturale sistemica ecc.: ma le proposte del governo Monti sono congiunturali. Non si può contrastare o superare una crisi strutturale con interventi congiunturali, senza produrre barbarie, invece che progresso. Come volevasi dimostrare.

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sabato 9 luglio 2011

Quando lo schifo produce senso di nausea e vomito


Non mi farete fare la fine di Boffo!

È l'avvertimento del rigoroso ministro dell'economia, quello che dà del cretino al collega durante la presentazione pubblica della manovra, quello che per risanare i conti dello Stato sfila dalle tasche di dipendenti e pensionati i miseri adeguamenti annuali al costo della vita; quello che vive in una casa a Roma di un suo consulente di fiducia che paga per la stessa 8.500 euro al mese (a sua insaputa?), accusato di vendere nomine, prebende, informazioni riservate in cambio di gioielli, viaggi, macchine di lusso e contanti.

L'avvertimento è rivolto all'amico Silvio, padrone del Giornale che, dopo aver fatto fuori il Direttore di Avvenire con accuse infamanti rivelatesi false, oggi esce con il titolo Oggi forse rapinano il Cav.
E chiama rapina il giusto risarcimento per la rapina della Mondadori, quella sì, ai danni della Cir di De Benedetti, perpetrata vent'anni fa grazie anche alla corruzione di giudici. Risarcimento che qualcuno ha cercato di rinviare (a sua insaputa?) inserendo un improvvido codicillo nella manovra finanziaria varata dal governo.

Il Paese è in estrema sofferenza, la speculazione aggredisce la nostra economia a rischio di default per la sfiducia dei mercati internazionali e noi assistiamo increduli e impotenti all'ultimo valzer di una classe politica degenerata, screditata, arruffona e intrigante che rimane fermamente attaccata alla poltrona.

Sappiamo con certezza che sprofonderà nel baratro in un sol colpo e ci auguriamo soltanto che non trascini con sè, nella sua catastrofe, l'intero Paese!

PS: La corte d'appello ha deciso in mattinata che la somma che deve essre versata all'ing.
Carlo De Benedetti è di € 560 milioni (190 milioni meno di quella definita in prima istanza) da pagare sull'unghia.

Peccato che non abbia funzionato il rinvio spudoratamente inserito nella manovra!

domenica 27 febbraio 2011

domenica 9 gennaio 2011



FEDERALISMO O MORTE
pubblicata da Giacomo Salerno
il giorno lunedì 10 gennaio 2011

La maggioranza degli italiani subisce senza sapere una trasformazione di cui non conosce connotati e conseguenze.
È la Lega che mena la danza. Da anni ripete che il federalismo è il futuro del paese, la chiave per chiudere col passato, è la strada per andare avanti anziché tornare indietro. Il federalismo fiscale, antipasto di quello più ampio che dovrebbe seguire a ruota, sta dettando l’agenda politica del paese e del governo. Senza federalismo niente Unità d’Italia.
Senza federalismo cade il governo.
Senza federalismo si va alle urne. È una patacca, ma che volete che sia? L’importante è avere un argomento per vincere le elezioni, uno scalpo da mostrare in campagna elettorale.
Quella che sta per arrivare. Perché il disegno della Lega è chiaro: prendere il federalismo, andare alle urne, fare il pieno di voti e puntare su un cavallo più verde che azzurro: Tremonti, ad esempio. È il sogno di Bossi ma anche l’incubo di Berlusconi, sulla cui testa si addensano nubi minacciose, come quella che uscirà giovedì dal palazzo della Consulta.
Incubi e sospetti, veleni e coltelli (vedi lo splendido duello Feltri-Sallusti). Eccola l’agenda politica del presidente del Consiglio: non risolvere i guai del paese, ma difendere la poltrona più alta.
E il federalismo?
Sarà un disastro ma facciamo silenzio, non diciamolo a nessuno. Lasciamo che sia il popolo del web ad accorgersene.



Concita De Gregorio

assolutamente da leggere............

Ripubblico per chi non avesse ancora letto questo articolo.
Scudo, la proposta in...decente di B.: IN CAMBIO DI UNA SENTENZA FAVOREVOLE, STOP ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA
una proposta indecente. Di quelle, però, che ci si aspetta dal Cavaliere. D’altra parte, sostiene il parlamentare Idv, Luigi De Magistris, “Berlusconi è aduso a forzare le situazioni a suo vantaggio e il fatto che stia lavorando nell’ombra per ottenere una sentenza a lui più favorevole sul legittimo impedimento, è del tutto normale”. In realtà, non lo sarebbe affatto. Però Berlusconi ci sta comunque provando. Mentre salgono la tensione e le pressioni sul verdetto della Corte costituzionale, il prossimo 13 gennaio, in merito al legittimo impedimento, da Palazzo Grazioli da qualche giorno si stanno lanciando segnali di fumo verso il Palazzo della Consulta...

Si sta veicolando il seguente messaggio nella bottiglia: se la Corte dovesse pronunciarsi con una sentenza a favore (o anche di rigetto interpretativo, a patto che sia reiterabile) riguardo lo scudo al premier, la magistratura potrebbe contare su un accantonamento, almeno in questa legislatura, di tutti i fronti caldi, dal processo breve alla riforma della giustizia, lasciando solo aperta la questione del Lodo Alfano costituzionale.

Una sorta di “onorevole compromesso” che garantirebbe entrambe le parti, secondo il punto di vista del Cavaliere, e che eviterebbe contraccolpi sulla claudicante tenuta del governo e della legislatura. Dopo l’attacco lanciato verso la Consulta durante la conferenza stampa di fine anno, quando non ha esitato a definire sempre “indecente” l’eventualità di una bocciatura costituzionale del suo scudo, ora l’ordine dentro il centro-destra è quello di “evitare qualsiasi tensione sull’argomento lasciando parlare gli emissari e attendendo il giudizio della Corte”.

Da magistrato, sostiene sempre De Magistris, non credo sia possibile che il Cavaliere possa ottenere una sentenza favorevole, ma anche laddove ce ne fosse una interpretativa sarebbe per lui sempre un problema, perché non sarebbe possibile rimandare il processo per impedimenti di governo 365 giorni l’anno; comunque, il fatto che possa tentare, anche solo in modo subliminale, di comprare i giudici mi pare scandaloso”.

Gaetano Pecorella, uno degli storici avvocati di Berlusconi, la pensa ovviamente in modo diametralmente opposto: “Credo che si possa ragionevolmente pensare a un pronunciamento positivo della Corte, perché esiste già nella precedente sentenza Previti la chiarezza riguardo alla priorità tra l’esigenza della politica e quella della celerità del processo; a questo proposito non vedo come la Corte potrebbe smentire se stessa e una sentenza precedente così chiara che, comunque, non influirà in alcun modo sul proseguimento della legislatura”.

Non è proprio così. Perché il presidente del Consiglio teme che un risultato “non pilotato” possa rendere impossibile la gestione di una maggioranza fatta di soli tre numeri di vantaggio. La cui tenuta sarà messa a dura prova anche dai prossimi appuntamenti in calendario, dalla conversione del milleproroghe alla sfiducia a Bondi passando per la mozione sulla Rai fino ai decreti sul federalismo. Per non parlare delle tensioni interne al governo, con l’incontro con Tremonti previsto per martedì...

Una sentenza negativa sullo scudo alzerebbe, quindi, a tal punto la fibrillazione politica da “rendere impossibile, parole di un fedelissimo di B., anche l’ordinaria amministrazione”. Ecco perché si tenta il tutto per tutto, anche la “proposta indecente” di un patto con la magistratura. Qualcuno ha poi visto nei continui rinvii della data dell’udienza pubblica, l’esistenza di difficoltà di coesione interna all’organismo, fatto negato con forza dal presidente, Ugo De Siervo. Che non solo tace, ma ha anche blindato la Corte per martedì prossimo. La sorte, non solo politica del Cav. è tutta legata a questa sentenza. Ecco perché, ancora una volta, starebbe tentando di piegare la sorte al suo volere...


Sara Nicoli
(Il Fatto Quotidiano di Dom. 9 Gen. 2011)Mostra tutto
Di: Giacomo Salerno