FEDERALISMO O MORTE
pubblicata da Giacomo Salerno
il giorno lunedì 10 gennaio 2011
La maggioranza degli italiani subisce senza sapere una trasformazione di cui non conosce connotati e conseguenze.
È la Lega che mena la danza. Da anni ripete che il federalismo è il futuro del paese, la chiave per chiudere col passato, è la strada per andare avanti anziché tornare indietro. Il federalismo fiscale, antipasto di quello più ampio che dovrebbe seguire a ruota, sta dettando l’agenda politica del paese e del governo. Senza federalismo niente Unità d’Italia.
Senza federalismo cade il governo.
Senza federalismo si va alle urne. È una patacca, ma che volete che sia? L’importante è avere un argomento per vincere le elezioni, uno scalpo da mostrare in campagna elettorale.
Quella che sta per arrivare. Perché il disegno della Lega è chiaro: prendere il federalismo, andare alle urne, fare il pieno di voti e puntare su un cavallo più verde che azzurro: Tremonti, ad esempio. È il sogno di Bossi ma anche l’incubo di Berlusconi, sulla cui testa si addensano nubi minacciose, come quella che uscirà giovedì dal palazzo della Consulta.
Incubi e sospetti, veleni e coltelli (vedi lo splendido duello Feltri-Sallusti). Eccola l’agenda politica del presidente del Consiglio: non risolvere i guai del paese, ma difendere la poltrona più alta.
E il federalismo?
Sarà un disastro ma facciamo silenzio, non diciamolo a nessuno. Lasciamo che sia il popolo del web ad accorgersene.
Concita De Gregorio
assolutamente da leggere............
Ripubblico per chi non avesse ancora letto questo articolo.
Scudo, la proposta in...decente di B.: IN CAMBIO DI UNA SENTENZA FAVOREVOLE, STOP ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA
una proposta indecente. Di quelle, però, che ci si aspetta dal Cavaliere. D’altra parte, sostiene il parlamentare Idv, Luigi De Magistris, “Berlusconi è aduso a forzare le situazioni a suo vantaggio e il fatto che stia lavorando nell’ombra per ottenere una sentenza a lui più favorevole sul legittimo impedimento, è del tutto normale”. In realtà, non lo sarebbe affatto. Però Berlusconi ci sta comunque provando. Mentre salgono la tensione e le pressioni sul verdetto della Corte costituzionale, il prossimo 13 gennaio, in merito al legittimo impedimento, da Palazzo Grazioli da qualche giorno si stanno lanciando segnali di fumo verso il Palazzo della Consulta...
Si sta veicolando il seguente messaggio nella bottiglia: se la Corte dovesse pronunciarsi con una sentenza a favore (o anche di rigetto interpretativo, a patto che sia reiterabile) riguardo lo scudo al premier, la magistratura potrebbe contare su un accantonamento, almeno in questa legislatura, di tutti i fronti caldi, dal processo breve alla riforma della giustizia, lasciando solo aperta la questione del Lodo Alfano costituzionale.
Una sorta di “onorevole compromesso” che garantirebbe entrambe le parti, secondo il punto di vista del Cavaliere, e che eviterebbe contraccolpi sulla claudicante tenuta del governo e della legislatura. Dopo l’attacco lanciato verso la Consulta durante la conferenza stampa di fine anno, quando non ha esitato a definire sempre “indecente” l’eventualità di una bocciatura costituzionale del suo scudo, ora l’ordine dentro il centro-destra è quello di “evitare qualsiasi tensione sull’argomento lasciando parlare gli emissari e attendendo il giudizio della Corte”.
Da magistrato, sostiene sempre De Magistris, non credo sia possibile che il Cavaliere possa ottenere una sentenza favorevole, ma anche laddove ce ne fosse una interpretativa sarebbe per lui sempre un problema, perché non sarebbe possibile rimandare il processo per impedimenti di governo 365 giorni l’anno; comunque, il fatto che possa tentare, anche solo in modo subliminale, di comprare i giudici mi pare scandaloso”.
Gaetano Pecorella, uno degli storici avvocati di Berlusconi, la pensa ovviamente in modo diametralmente opposto: “Credo che si possa ragionevolmente pensare a un pronunciamento positivo della Corte, perché esiste già nella precedente sentenza Previti la chiarezza riguardo alla priorità tra l’esigenza della politica e quella della celerità del processo; a questo proposito non vedo come la Corte potrebbe smentire se stessa e una sentenza precedente così chiara che, comunque, non influirà in alcun modo sul proseguimento della legislatura”.
Non è proprio così. Perché il presidente del Consiglio teme che un risultato “non pilotato” possa rendere impossibile la gestione di una maggioranza fatta di soli tre numeri di vantaggio. La cui tenuta sarà messa a dura prova anche dai prossimi appuntamenti in calendario, dalla conversione del milleproroghe alla sfiducia a Bondi passando per la mozione sulla Rai fino ai decreti sul federalismo. Per non parlare delle tensioni interne al governo, con l’incontro con Tremonti previsto per martedì...
Una sentenza negativa sullo scudo alzerebbe, quindi, a tal punto la fibrillazione politica da “rendere impossibile, parole di un fedelissimo di B., anche l’ordinaria amministrazione”. Ecco perché si tenta il tutto per tutto, anche la “proposta indecente” di un patto con la magistratura. Qualcuno ha poi visto nei continui rinvii della data dell’udienza pubblica, l’esistenza di difficoltà di coesione interna all’organismo, fatto negato con forza dal presidente, Ugo De Siervo. Che non solo tace, ma ha anche blindato la Corte per martedì prossimo. La sorte, non solo politica del Cav. è tutta legata a questa sentenza. Ecco perché, ancora una volta, starebbe tentando di piegare la sorte al suo volere...
Sara Nicoli
(Il Fatto Quotidiano di Dom. 9 Gen. 2011)Mostra tutto
Di: Giacomo Salerno